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CLOUD COMPUTING

  • marketinguno2021
  • 20 feb 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

A COSA SERVE E PERCHE' SI USA IL CLOUD COMPUTING?

Si sente parlare spesso, nell'industria 4.0, di cloud computing cioè quella tecnologia che consente di usufruire, tramite server remoto, di risorse software e hardware, il cui utilizzo è offerto come servizio da un provider, quasi sempre in abbonamento. In sostanza, il cloud computing è l’offerta di servizi di calcolo (come server, risorse di archiviazione, database, rete, software e altro) tramite Internet.

I fornitori e le società che offrono un servizio di cloud computing tramite la Rete, con un piano di abbonamento mensile o annuale, sono definiti provider. Ma a cosa serve questa tecnologia? In realtà, quasi tutti utilizziamo un servizio di cloud computing ogni giorno: lo facciamo per mandare un’email, guardare un film in streaming, per ascoltare una canzone, per archiviare foto sul cloud.

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Il cloud computing si è sviluppato una decina di anni fa e sta cambiando molti comportamenti delle aziende, sia delle più grandi che delle PMI (piccole medie imprese). Con il cloud computing si possono creare nuovi servizi e nuove applicazioni. Ma possiamo anche usare questa tecnologia per archiviare una grande mole di dati ed eseguire un backup per il ripristino delle informazioni. Con il cloud computing possiamo anche ospitare siti web o blog e trasmettere dei servizi in streaming (Netflix), sia audio che video.

Perché usare il cloud computing

Sono diversi i vantaggi che portano sempre più PMI a dotarsi delle soluzioni di cloud computing, a cominciare dai bassi costi di gestione: con questa tecnologia non è più necessario acquistare costosi programmi software o hardware, e non servono neanche grandi server per la memorizzazione dei dati.

Il cloud computing è veloce e versatile, permette all’azienda di avere in poco tempo e quasi ovunque le informazioni necessarie, e aumenta persino la produttività: ad esempio, il personale IT che non si occupa più dei server può essere impiegato per il raggiungimento di obiettivi aziendali più importanti. Infine, questa tecnologia ha prestazioni sempre elevate e soprattutto aumenta la sicurezza di una PMI: grazie ai backup continui, permette di recuperare i propri dati in seguito a un guasto o a un attacco hacker.

MA QUALI SONO I VARI TIPI DI CLOUD COMPUTING?

I modelli di cloud computing offerti alle imprese che operano nell’Industria 4.0 sono tre: IaaS (Infrastructure as a Service) ad esempio Oracle e Rackspace, PaaS (Platform as a Service) come Google App Engine e SaaS (Software as a Service) tipo Office 365 e Dropbox.

Il primo modello è il più popolare, e consiste in un hardware virtuale che include uno spazio su server, connessioni di rete, una larghezza di banda, indirizzi IP e bilanciatori di carico. Fisicamente, il gruppo di risorse hardware viene estratto da una moltitudine di server solitamente distribuiti presso numerosi Data Centre, la cui manutenzione è responsabilità del provider del cloud. Il cliente, invece, ha accesso ai componenti virtuali per costruire le proprie piattaforme IT.

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La PaaS (Platform as a Service) fornisce invece agli sviluppatori una piattaforma per costruire applicazioni e servizi su Internet; i servizi vengono ospitati su cloud e gli utenti vi accedono con facilità tramite il proprio browser.

L’ultimo modello è il SaaS (Software as a Service), servizio cloud con il quale i consumatori possono accedere ad applicazioni software tramite Internet, praticamente è un servizio a noleggio più che un abbonamento.


Esistono poi 3 tipi di cloud: Cloud pubblico, privato e ibrido.

I cloud pubblici sono di proprietà di un’azienda (provider) che offre i propri servizi tramite Internet. In questo caso ogni risorsa utilizzata (dall’hardware ai server, passando per i software) è di proprietà del provider, e la PMI accede a queste risorse tramite uno specifico account.

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Nel cloud privato tutti i servizi sono in mano ad un’unica azienda, e non sono condivisi con altre realtà. Alle volte può capitare che chi possiede un cloud privato paghi delle società terze per ospitare i propri server, ma la Rete resta privata e protetta.

Infine, i cloud ibridi combinano cloud privato e pubblico grazie ad una tecnologia che consente la condivisione di dati e applicazioni tra i due tipi di cloud: si tratta di un sistema molto flessibile.


Articolo di: Fumagalli Federico




 
 
 

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