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L'ARCHITETTO NELL'ERA DIGITALE

  • marketinguno2021
  • 17 mar 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

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In un mondo in continua evoluzione è sempre più urgente l’esigenza di formare una nuova classe di professionisti: quella degli architetti digitali.


Già dai primi anni di studi viene insegnato ai futuri architetti l’utilizzo di programmi da disegno, per sviluppare simulazioni degli edifici in 2d, 3d, tecniche e computative, il tutto all’interno di un foglio di lavoro elettronico.

Nei CAD infatti le informazioni grafiche sono lette e inserite automaticamente in uno spreadsheet che è in grado di descrivere un modello. Il CAD è nato dalla sempre maggiore complessità delle opere da ideare e aiuta ad ottimizzare i tempi della fase di disegno rispetto a qualche decennio fa.


Attualmente oltre al disegno si dà molta importanza anche al rendering, per cui esistono vari programmi estremamente validi (come Revit), che puntano ad una resa finale dell’edificio come se questo fosse stato fotografato. L’obiettivo è far sembrare il modello 3D il più reale e fisico possibile.

Oltre ai programmi per computer esistono anche delle applicazioni per tablet e smartphone che offrono la possibilità di avvicinarsi al mondo del disegno e della progettazione digitale. Un esempio è Procreate, un’applicazione utilizzata specialmente per realizzare delle ambientazioni bidimensionali e tridimensionali di stanze o edifici. La resa che si può ottenere con una buona padronanza nell’uso dell’applicazione è straordinaria.


Tuttavia, si può dire che al giorno d’oggi questo non stupisca poi così tanto: il passaggio dal disegno a matita a quello a computer è ormai stato assimilato.

Il settore dell’architettura è nel mezzo di un’altra rivoluzione, quella della tecnologia BIM (Building Information Modeling).

A differenza di tutto ciò che lo precede, il BIM rappresenta in formato digitale le caratteristiche fisiche e funzionali di una struttura.

La particolarità è che, al contrario dei CAD, mappa tutto ciò che riguarda un edificio e quindi fornisce più informazioni oltre a quelle geometriche, come ad esempio i dettagli geografici, le specifiche di produzione, i costi, i materiali, l’impatto ambientale del progetto, la manutenzione che sarà necessaria e così via.


Si tratta di una tecnologia che esiste per l’intera durata di vita di un edificio e non solamente durante la fase di progettazione e di costruzione, a cui seguono la manutenzione, la demolizione e infine lo smaltimento.

È importante questo aspetto, in quanto il BIM contiene informazioni preziose riguardo la tempistica di cantiere, la sicurezza e tanto altro e per questo è condivisibile con tutti gli stakeholders. Di fatto in questo modo si facilita la collaborazione di tutte le parti coinvolte, che possono apportare le proprie modifiche. È un’operazione che riduce i margini di errore, perché evita fraintendimenti tra le parti.


Lavorare con software BIM consente di gestire la complessità dei progetti in ogni fase, con un lavoro interdisciplinare che connette sempre di più progetto e opera. L’obiettivo è quello di formare sempre più figure professionali nel suo utilizzo.


Beatrice Viganò


 
 
 

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