Realtà aumentata: i filtri Instagram con Spark AR Studio.
- 15 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Cos’è e come nasce Spark AR Studio?
Spark AR Studio è una piattaforma nata nel 2018 e sviluppata per Mac e Windows in collaborazione con Meta Platforms (ex Facebook) che ha come scopo principale la creazione dei famosi “filtri Instagram”, ovvero effetti che utilizzano la realtà aumentata per modificare tutto ciò che viene inquadrato dalla fotocamera di uno smartphone.
Con oltre 500 milioni di utenti attivi ogni giorno e la sua UI (user interface) estremamente “user-friendly”, Instagram è il mezzo perfetto per permettere l’utilizzo della realtà aumentata alle masse.
Inizialmente l’accesso alla piattaforma era limitato ad un gruppo chiuso di sviluppatori, in versione beta, in quanto ancora in fase di sviluppo, ma ad Agosto 2019, Facebook annuncia che chiunque avrebbe potuto utilizzarla per creare e condividere i propri filtri, accedendovi gratuitamente.
Un passo importante, che ha permesso ad artisti, influencers, e brands di prendere parte a questa nuova “realtà” per studiare nuove strategie creative di condivisione dei propri contenuti.
Come possono essere utilizzati i filtri instagram dalle aziende?
Ci sono diverse ragioni per le quali la realtà aumentata può essere un potente strumento di marketing per le aziende.
Per esempio le aziende di cosmetica possono utilizzare la realtà aumentata per permettere ai followers di provare virtualmente le ultime novità: eyeliner, rossetti. Oppure aziende che vendono elementi di arredo, possono introdurre nell’ambiente casalingo dei followers i propri mobili virtuali.
Ma lo scopo della realtà aumentata applicata alle aziende non è solamente quello di ricreare virtualmente i prodotti, ma anche semplicemente di realizzare bei filtri che agli utenti piace utilizzare.
Per esempio Adidas, con la creazione del suo filtro retrò, permette di donare quel look nostalgico VHS alle tue foto, che ha come peculiarità l’effetto “glitch”, letteralmente “problema tecnico”, che aggiunge al filtro quella componente analogica che lo ha reso iconico.
Sei un privato o hai un'azienda e vuoi creare un filtro instagram?
Come già accennato Spark AR Studio è accessibile gratuitamente dai possessori di Pc o Mac.
Se il mondo della realtà aumentata ti spaventa, non farti intimidire, perché l’applicazione è stata progettata per essere alla portata di tutti, indipendentemente dal tuo livello di esperienza in materia.
Se sei completamente nuovo nel mondo del graphic design, inizia imparando le basi, attraverso i tutorial gratuiti forniti direttamente all’interno della piattaforma, imparerai in pochi minuti a realizzare un semplice filtro e a caricarlo sul tuo profilo.
Se invece non vuoi assumerti la responsabilità di crearlo o molto semplicemente non hai il tempo, nessun problema! Meta consiglia di rivolgersi ad una rete di partner che possono aiutarti a realizzarne uno secondo le tue esigenze.
I passaggi sono semplici, ecco qui un elenco per aiutarti:
Accedi a Spark AR Hub.
Crea un gruppo di autorizzazioni in Spark AR Hub per consentire ai partner di caricare effetti di realtà aumentata per conto della tua Pagina.
Collabora con il partner di realtà aumentata per creare effetti in Spark AR Studio. Nota: l'effetto deve rispettare sia le Spark AR Review Policies per la pubblicazione su Spark AR Hub, sia le Normative pubblicitarie di Facebook per la creazione di un'inserzione. La dimensione massima è di 4 MB.
Dopo aver completato un nuovo effetto, crea un video per vederlo in azione. Il video servirà a dimostrare ai responsabili dell'analisi la conformità dell'effetto alle Spark AR Policies. Non è visibile pubblicamente.
In Spark AR Hub, dal menu a discesa posto nell'angolo in basso a sinistra seleziona il creatore dell'effetto.
Clicca su Pubblica.
Scegli Effetto per le inserzioni come destinazione.
Compila il modulo di caricamento.
Una volta che avremo approvato l'effetto, potrai sceglierlo in Gestione inserzioni.
Grazie a Spark AR Studio, il futuro di Instagram è quello di creare un’esperienza divertente e interattiva attraverso l’utilizzo della realtà aumentata.
Articolo di Andrea Gualtieri












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